Per riuscire a delineare un metodo di lavoro ed un percorso per la formazione del calciatore è indispensabile avere chiari quelli che sono gli obiettivi da raggiungere. Nel gioco del calcio, la prestazione del calciatore è correlata con le capacità: tecniche, tattiche, atletiche e/o motorie. Su queste basi va poi ad incidere l’aspetto emotivo e di conseguenza la mentalità e la capacità con la quale il giocatore è capace di lavorare e di migliorarsi………
I Fondamentali…..
CONTROLLO DEL PALLONE. Fondamentale del gioco del calcio che presuppone l’abilità di valutare le traiettorie per fermare ed orientare la palla scegliendo in anticipo la superficie anatomica più conveniente. I principi di base da mettere in pratica durante l’esecuzione di un qualsiasi stop sono i seguenti: a) scegliere in anticipo la superficie anatomica che riceverà la palla; b) ritrarre la superficie nel momento in cui c’è il contatto con il pallone; c) mantenere rilassata la superficie anatomica. All’atto della ricezione se la palla e l’allievo rimangono fermi si ha lo “stop sul posto”, se all’atto del controllo è collegato un movimento di guida della palla si ha lo “stop a seguire”.
CALCIARE IL PALLONE. Fondamentale del gioco del calcio che definisce la superficie anatomica d’impatto contro la palla. Il calcio dato al pallone è il gesto tecnico più frequente ed importante, vero e proprio elemento base del gioco del calcio. Le parti del piede che vengono usate per calciare sono: l’interno – interno collo – pieno collo – l’esterno – il tallone – la punta. Sotto l’aspetto tattico i calci possono essere suddivisi in: passaggi – tiri in porta – tiri liberatori – deviazioni……
GUIDA DELLA PALLA (DRIBBLING). Fondamentale del gioco del calcio che consiste nell’eseguire una serie di passaggi a se stesso. Bisogna mantenere il pallone sotto il proprio controllo correndo a velocità elevata, variando direzione ed eventualmente superando un avversario. In questo caso la semplice guida della palla si trasforma nel dribbling. Perché la palla rimanga quasi incollata al piede è necessario che essa venga spinta con tocchi morbidi e leggeri, tenendo la caviglia non molto rigida. La corsa si sviluppa a passi brevi e rapidi molto radenti al terreno. Quando il giocatore a molto spazio davanti a se, possono essere dati dei colpi più energici al pallone, la corsa può svilupparsi anche con falcate regolari e ben distesi.
COLPIRE DI TESTA. Fondamentale del gioco del calcio che indica l’abilità di utilizzare la testa nelle situazioni di gioco difensive e offensive. Il gesto del colpo di testa può essere eseguito: a) mantenendo i piedi a contatto con il terreno; b) con il corpo sollevato in aria, cioè in volo.
CONTRASTO O TACKLE. Consiste nel togliere all’avversario il possesso del pallone mentre lo sta guidando o controllando. Come per tutte le tecniche, anche per il contrasto esistono alcuni principi fondamentali da seguire: a) il tempo del contrasto; b) la forza del piede che effettua il contrasto; c) il piede portante piazzato lateralmente dietro al pallone; d) il peso del corpo deve essere ben distribuito sia sul piede portante, sia su quello che è impegnato a contrastare.
RIMESSA LATERALE. Fondamentale del gioco del calcio riferito all’azione di ripresa del gioco dalle linee laterali che si effettua con le mani. La tecnica della rimessa laterale, in quanto richiede l’uso delle mani, non presenta eccessive difficoltà ed è pressoché identica sia se viene effettuata da fermi che in movimento, cioè con rincorsa. Altro aspetto fondamentale della rimessa laterale è quello tattico, dopo aver letto la situazione di gioco è possibile indirizzare la palla: a) a zona sulla corsa di un compagno; b) a uomo addosso al compagno con traiettoria che faciliti il controllo del pallone.
La Tattica……
Da un punto di vista tattico le mansioni che il gioco richiede al calciatore possono essere distinte tra fase offensiva e fase difensiva.
Azioni individuali e collettive in fase di non possesso del pallone:
PRESA DI POSIZIONE O PIAZZAMENTO. Consiste nell’assumere una dislocazione che, tenendo conto della propria porta, del diretto avversario e del settore del campo in cui si trova il pallone, offre la possibilità di ritardare o di ostacolare l’azione avversaria. E’ opportuno ricordare che la presa di posizione, in alcune circostanze, deve essere tale da indurre l’avversario ad andare nella direzione voluta dal difensore.
INTERCETTAMENTO. E’ un’azione difensiva individuale, significa interrompere l’azione offensiva avversaria, agendo direttamente sul pallone. La forma più efficace di intercettamento è di anticipare l’avversario che si appresta a ricevere il pallone e di impossessarsene prima di lui. A seconda della situazione di gioco e di altre circostanze esterne, l’intercettamento può consistere in un calcio liberatore, in un passaggio diretto ad un proprio compagno, in una semplice deviazione di piede o di testa del pallone.
MARCAMENTO O CONTROLLO DELL’AVVERSARIO. Marcare un avversario significa concentrare la propria attenzione sui suoi movimenti e, mantenere nei suoi confronti la distanza e la dislocazione più opportuna per impedire lo svolgimento dell’azione offensiva tramite un intervento in tackle o di intercettamento. La distanza del marcamento dipende anche dalla situazione del pallone, più è lontano dalla propria porta, maggiore spazio può essere concesso all’avversario.
CONTRASTO. Non sempre le circostanze consentono al difensore di effettuare l’intercettamento. Molto spesso egli deve tentare di portare via il pallone all’avversario mediante un’azione di contrasto o tackle. La buona riuscita di un’azione di contrasto è quasi sempre la risultante di una perfetta scelta di tempo e di una notevole rapidità di esecuzione. Il contrasto può essere di due tipi: a) DIRETTO quando è effettuato sull’avversario in possesso di palla con l’obiettivo di impadronirsene o di allontanarla dal suo controllo; b) INDIRETTO quando avviene su di un avversario non in possesso di palla, mettendolo in zona d’ombra con un’opportuna presa di posizione.
TEMPOREGGIAMENTO. Un caso tipico in cui il difendente deve far ricorso all’azione di temporeggiamento si ha quando il suo reparto si trova in una situazione di inferiorità numerica. In tale situazione deve evitare di andare a contrastare l’avversario in possesso del pallone, ma, arretrando leggermente, deve cercare di rallentare il più possibile il movimento offensivo degli avversari, per dare modo ai propri compagni di accorrere in suo aiuto.
Azioni individuali e collettive in fase di possesso del pallone:
SMARCAMENTO. E’ l’atto di svincolarsi dal controllo diretto dell’avversario e disporsi in posizione e condizione idonea per ricevere il passaggio. La forma più efficace di smarcamento è di occupare la cosiddetta “zona luce”, cioè quello spazio di terreno in cui il portatore di palla può vedere il compagno smarcatosi e trasmettergli il pallone senza che alcun avversario abbia la possibilità di intercettarlo. In riferimento al portatore di palla, lo smarcamento si può distinguere in smarcamento in profondità, in larghezza, all’indietro e in smarcamento in appoggio o di sostegno.
RICEZIONE, COPERTURA O DIFESA DEL PALLONE. Il giocatore che entra in possesso del pallone deve agire in modo da ottimizzare lo sviluppo dell’azione perpetrata dalla propria squadra. Quando l’avversario è vicino diventa invece fondamentale interporre il proprio corpo fra l’avversario stesso ed il pallone. Quest’azione risulta maggiormente efficace, da un punto di vista tattico, se il giocatore riesce inoltre a trovarsi con la fronte rivolta in direzione della porta avversaria. La copertura del pallone è strettamente connessa con lo stop in tutte le sue varie forme.
PASSAGGIO. E’ la forma più economica e più rapida di spostamento del pallone da una parte all’altra del campo, consente talvolta il superamento simultaneo di due o più avversari. Il passaggio serve, per costruire gioco, per superare uno o più avversari, per conquistare spazio, per mantenere il possesso del pallone, per mettere il compagno in condizione di concludere a rete. A secondo della loro direzione in rapporto agli assi del campo di gioco si distinguono in, passaggi in profondità, passaggi trasversali, passaggi obliqui, passaggi all’indietro. Un passaggio per essere efficace deve comprendere i seguenti tre elementi:
essere preciso;
essere semplice;
essere tempestivo, eseguito al momento giusto.
FINTA O DRIBBLING. Il giocatore che sia capace di superare un avversario per mezzo di un’azione personale di dribbling, si crea automaticamente dello spazio libero ed esclude momentaneamente dal gioco un avversario. E’ di grandissima utilità per la squadra avere dei giocatori che abbiano tale abilità, in quanto creano spazi per sé e provocano disorientamento negli avversari. Il dribbling non deve mai essere fine a se stesso, ma deve servire a sviluppare un efficace gioco offensivo. Il dribbling è accompagnato quasi sempre da movimento di inganno, noti come finte. La FINTA consta di due movimenti basilari, il movimento di inganno che può assumere le forme più svariate ed essere effettuate con qualsiasi parte del corpo, il movimento intenzionale che nel caso del dribbling è rappresentato dalla guida della palla.
TIRO IN PORTA. E’ l’atto conclusivo di un’azione offensiva, il momento più esaltante del gioco. In considerazione del suo particolare obiettivo, il gol, il tiro in porta deve avere due requisiti essenziali: a) la precisione quando la distanza dalla porta è poca il pallone deve essere indirizzato verso la stessa con precisione; b) la potenza quando la distanza dalla porta è notevole il pallone deve essere indirizzato verso la stessa con il massimo della potenza.
BLOCCHI E VELI. Sono azioni atte a favorire lo smarcamento di un compagno o una sua azione di dribbling, ostacolando il difensore avversario impegnato a marcarlo. Tendono ad interrompere le continuità di marcamento del difensore nei confronti del proprio compagno. I blocchi vengono svolti in maniera statica e avvengono su palla inattiva, mentre i veli sono svolti in movimento e possono essere effettuati in qualunque momento e situazione di gioco.
Le capacità motorie……
Per poter generare il comportamento tattico ideato, attraverso l’espletazione del gesto tecnico, il calciatore necessita di una base motoria adeguata. Tali capacità motorie consentono quindi al calciatore di poter organizzare, controllare e regolare il movimento che l’azione richiede. Ogni singolo programma motorio permette la realizzazione di uno schema d’azione. Quando il programma viene realizzato, limitando al massimo la percentuale d’errore e l’esecuzione risulta fluida ed efficace, significa che quella azione è entrata a far parte del repertorio di abilità possedute e che vengono riattivate ogni volta che viene richiesta l’esecuzione del programma motorio.
Le funzioni attivanti la prestazione motoria, corrispondono a quelle che nella prassi vengono definite capacità coordinative speciali e costituiscono allo stesso tempo le potenzialità e i limiti della prestazione.
Le capacità coordinative:
REAZIONE. Capacità di rispondere in modo rapido ed adeguato a stimoli esterni di varia complessità. Si distingue in due forme SEMPLICE e COMPLESSA, a seconda che la risposta motoria avviene ad un segnale già noto in precedenza o ad un segnale non noto in precedenza.
ORIENTAMENTO SPAZIO-TEMPORALE. Capacità di determinare e variare la posizione ed i movimenti del corpo nello spazio e nel tempo in riferimento a un campo d’azione definito, alla posizione o ai movimenti del pallone, dei compagni e degli avversari.
COMBINAZIONE E ACCOPPIAMENTO DEI MOVIMENTI. Capacità di collegare in una struttura unitaria movimenti diversi. Nel gioco del calcio questa capacità è molto importante perché la gestualità di questo sport è aciclica ed è basata sul continuo collegamento di abilità e movimenti diversi, ad esempio, stop e guida della palla.
TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO. Capacità di trasformare un programma motorio già avviato in un altro, a seguito di mutamenti improvvisi e del tutto inattesi della situazione.
EQUILIBRIO. Capacità di mantenere o recuperare l’equilibrio del corpo in presenza di sollecitazioni tali da far uscire la proiezione del baricentro dalla base di appoggio del soggetto. Si differenzia in equilibrio STATICO e DINAMICO: questa seconda forma acquista importanza nel gioco del calcio, ad esempio nei salti.
DIFFERENZIAZIONE. Capacità che permette di coordinare in modo fine e preciso gli interventi muscolari delle varie parti del corpo, con il giusto impiego di forza. Determinante negli stop e nei passaggi della palla.
RITMIZZAZIONE. Capacità di percepire e di attribuire un opportuno andamento ritmico agli atti motori attraverso un’appropriata organizzazione cronologica delle contrazioni-decontrazioni muscolari.
…..per poter adempiere alle esigenze del calcio moderno e soddisfare le esigenze di un gioco sempre più rapido e frenetico è necessario che il calciatore assimili e perfezioni le proprie abilità tramite un percorso formativo adeguato.
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