domenica 19 settembre 2010

Lo Stile.......

Le pagine che seguono indicano come abbiamo sempre lavorato, seguendo la guida tecnica federale, “seguendo” il percorso suggerito da Calligaris 1986 ”…..nelle fasi formative è più corretto parlare di “iniziazione motoria” piuttosto che di allenamento, il compito dell’istruttore, in questo delicato periodo, deve essere quello di allargare quanto più possibile la base delle abilità motorie…..”
Agevolare e incrementare lo sviluppo delle capacità motorie significa rispettare l’orologio biologico stimolando quei processi che sono, in quel momento sensibili.



LA SCUOLA CALCIO


Ancora oggi è attuale la domanda su cos'è una scuola calcio o una società sportiva, se esse rappresentano un servizio per il tempo libero da offrire alle famiglie ed ai giovani, un laboratorio per scoprire nuovi talenti o una agenzia educativa in rete con la famiglia e la scuola. Definire quale bisogno deve appagare tale servizio definisce il contesto in cui un dirigente, un tecnico viene chiamato ad operare con il giovane atleta ed il genitore per stipulare un contratto, inteso come conoscenza chiara delle finalità e degli obiettivi che dovrà perseguire, facilitando il suo lavoro. A questo punto devono emergere con chiarezza le finalità educative che rappresentano la parte predominante della proposta delle scuole calcio o di una società sportiva.
Pertanto l'attività sportiva diviene uno strumento attraverso il quale viene offerta al giovane atleta un'occasione di apprendimento in un contesto di divertimento in cui sia assente l'esaltazione della dimensione agonistica in virtù di una presunta, quanto errata, ricerca precoce del campione.
Si propone uno schema riassuntivo dei compiti di una scuola calcio o società sportiva attraverso le seguenti domande:
• Cosa deve avere un dirigente ed un allenatore nella sua borsa di lavoro?
- Una teoria di riferimento, studio + esperienza, per programmare, attuare, ridefinire il proprio lavoro
• Cosa deve sapere un allenatore? (analisi del contesto)
- Conoscere le regole della comunicazione che si instaurano nella relazione tra individui;
- Conoscere le fasi del ciclo vitale dell'individuo sia sul versante relazionale che cognitivo.
• Cosa deve fare un allenatore? (sapere ipotizzare soluzioni)
- Saper "accogliere" i propri allievi/atleti e i loro genitori;
- Saper trasmettere le proprie informazioni agli allievi passando dalla complessità della teoria alla semplicità del gioco;
- Saper usare un contesto d'apprendimento in cui gli allievi/atleti possano imparare, acquisire e sviluppare le proprie risorse individuali, in un clima accettante e non giudicante.





Le pagine successive ci devono aiutare a credere e fare nostra una nuova metodologia di lavoro, propria dello staff tecnico della Scuola Calcio SAVIO, a volte contrastante con quella che è la nostra idea su come formare e crescere i giovani calciatori – ma deve essere nostra.




Il calcio moderno è in continua evoluzione, in continua crescita culturale e sociale, l’allenatore per stare al passo di questa crescita deve essere in continuo aggiornamento. La programmazione e la pianificazione annuale dell’allenamento diventano fondamentali per svolgere un lavoro oculato e in linea con i tempi.
Bisogna sperimentare sul campo con fantasia, passione e professionalità esercitazioni per rendere le sedute di allenamento divertenti, stimolanti e appassionanti per i ragazzi e per l’istruttore.






"La forza del lupo è il branco, e la forza del branco è il lupo" da “Il libro della giungla" di R. Kipling


Tradotto per noi:


“La forza del tecnico è lo staff, e la forza dello staff è il tecnico”




Iniziamo dalla partita……

Vivere una partita ….

….significa vivere emozioni belle, emozioni brutte, comunque emozioni autentiche. La delusione di una sconfitta ci insegna molto, esattamente come possiamo imparare dall’euforia per una vittoria. Le “prodezze” di un campionato, rimangono in quel campionato, sono passato, si perdono nel tempo. I migliori di quel campionato non sono i migliori in assoluto: ogni campionato bisogna ricominciare da capo e dimostrare di nuovo. Possiamo vincere o perdere ma dobbiamo essere tranquilli sapendo di aver dato tutto. Il “dare tutto” è indice di serietà, di impegno, che è indice di divertimento; FARE LE COSE BENE è un segreto, qualunque cosa si faccia. Fondamentale è accettare i propri limiti per superarli:
NON SONO IL PIU’ FORTE MA HO UN RUOLO E HANNO BISOGNO DI ME
Nello sport una componente fondamentale è la MENTALITA’ VINCENTE. I campioni hanno paura? SI. I campioni hanno dubbi? SI. L’interrogativo risulta essere: vinco io o vince la paura?
IMPARARE SENZA MAI SBAGLIARE E’ IMPOSSIBILE.
L’errore è uno straordinario mezzo per imparare. Lo sport che pratichiamo ci aiuta a conoscere i nostri PUNTI DEBOLI e i nostri PUNTI FORTI. Più che una partita contro gli avversari è una partita CONTRO di NOI. Fondamentale è la SPINTA A MIGLIORARSI: lasciamo un punto per raggiungerne un altro…..non giochiamo 2 se si vale 4!!!!....ma non crediamo di essere 4 se si vale 2!!!! Dobbiamo superare l’ostacolo per diventare più forti…..che allenatore sarei se non insegnassi a lottare, a battervi, a conquistare la vittoria. A volte capita di avere dei giocatori non tanto forti e allora non bisogna mentire perché essere AUTENTICI è essenziale. Il messaggio che deve arrivare è: è vero, c’è qualcuno più bravo, ma anche noi valiamo molto. Voglio che la mia squadra sia diversa, tento di inculcargli la mentalità di ESSERE VINCENTI; c’è molta differenza tra lo SCONFITTO e il PERDENTE…..un mondo di dignità…..



La mentalità vincente….

Come si fa ad avere la mentalità vincente?
Risposta: vincendo!
Il problema è: come faccio a vincere?
Esistono tre tipologie.
La prima vittoria è quella contro i propri limiti e difetti. La funzione dell’allenatore è fondamentale: deve porre obiettivi facilmente raggiungibili, in maniera da far fare un passo alla volta e, soprattutto, deve aiutare a correggere i difetti.
La seconda tipologia di vittoria è contro le difficoltà. Le difficoltà non devono più essere viste come un qualcosa che impedisce di fare, ma come la possibilità di superarle con l’allenamento. Non riuscire a vincere le difficoltà porta a quella che è la “cultura degli alibi”, cioè il tentativo di attribuire il motivo di un nostro fallimento a qualcosa che non dipende da noi. Dobbiamo diventare “famosi” perchè non ci lamentiamo mai. Sembra poco, ma non è poco.
La terza vittoria: è quella contro gli avversari, i concorrenti. Che va programmata: da una parte affrontando avversari che siano alla mia portata, dall'altra, contemporaneamente, confrontandomi contro i migliori, anche se perdo. Questo mi serve per stabilire un punto di riferimento alto. A volte si impara di più perdendo contro un avversario forte piuttosto che vincendo con uno debole. La ricerca della qualità non significa infatti ricerca della perfezione, perchè quella della perfezione è un’idea perdente, per il semplice motivo che non è possibile raggiungerla.
La mentalità vincente è quella che ci accompagna in ogni momento della settimana, che ci spinge a migliorarci sempre di più e a non tralasciare i particolari, che non ci fa accontentare degli obiettivi raggiunti spingendoci verso nuovi e più ambiziosi traguardi.



La squadra……

Cosa caratterizza una squadra:
“I ruoli, che devono essere ben definiti. In funzione del tipo di gioco che si vuole fare, della tattica che si intende applicare. E' inammissibile, ad esempio, che un terzino vada a fare la punta soltanto perché il centravanti non segna. Questo implica accettare anche i limiti, i difetti, gli errori dei compagni. Ciascun giocatore deve avere e rispettare il ruolo assegnatogli dall'allenatore"
E' in caso di difficoltà che si vede se c'è davvero lo spirito di squadra. Quando le cose vanno bene è semplice rispettare i ruoli, quando invece vanno male si innesca un meccanismo basato sul tentativo di dimostrare la propria innocenza, tra mille alibi e giustificazioni, e la colpevolezza degli altri. Il problema di fondo è che l’errore viene visto come una dimostrazione d'incapacità e non come uno strumento d'apprendimento. Hanry Ford usava dire “…non trovare la colpa, trova il rimedio…”


Il bambino, l’allievo, il piccolo calciatore, l’atleta………

La caratteristica fondamentale di un atleta (nel nostro caso del giocatore di calcio)?
È il CUORE (non inteso come muscolo cardiaco)….ci si deve mettere sempre il cuore, in ogni momento della partita e dell’allenamento; specialmente in gara non si deve mai mollare indipendentemente dal risultato a quello ci pensiamo alla fine, con l’analisi di come si è comportata la squadra sotto ogni aspetto……ed è significativo quello che H.H. Brown sosteneva “….gli sport non fanno il carattere, lo rivelano….”


La nuova stagione agonistica……..


L’obiettivo della stagione è quello di preparare testa e cuore del calciatore per predisporlo al meglio. Allenare la testa nel senso di sviluppare al massimo le prestazioni cognitive – attenzione, intelligenza, capacità di anticipazione – ed allenare il cuore nel senso di suscitare e trasmettere entusiasmi e passioni che sono indispensabili per vivere i valori del calcio come gioco e come sport e per volgere a proprio favore le sfide calcistiche.

Il giocatore deve essere un agonista nato, in allenamento, a scuola, sotto casa. Deve voler vincere sempre. È preferibile uno meno bravo tecnicamente, ma con attitudine alla competizione. Dominare la partita in tutte le fasi di gioco, possesso e non possesso. La fase offensiva è determinante, ma non l’unica. Il possesso pure, ma deve avere un fine preciso: la finalizzazione (il gol). Inoltre bisogna sapersi anche difendere.

I nostri giocatori, hanno il compito di conquistare spazio in avanti, di schiacciare gli avversari, di attaccare la palla in fase di non possesso. Non si deve “indietreggiare” – anche se in alcune situazioni bisogna farlo – e tutto ciò lo si può fare con diversi tipi di organizzazione tattica. Possiamo giocare con tre punte, con due punte centrali, con due registi, questo non è importante, ciò che conta è l’idea di attaccare. Bisogna ricordare sempre, non è tra i nostri obiettivi quello di lanciare o buttare la palla in avanti! Dobbiamo superare le linee avversarie con la manovra, se possibile ad alta velocità e intensità. Ecco perché non conta il sistema di gioco, ma lo stile.

La mentalità vincente è quella che influenza in maniera incisiva e determinante le prestazioni dei singoli e, di conseguenza, eleva ed evidenzia le potenzialità della squadra. La squadra deve essere forte mentalmente, affrontando tutte le partite con la stessa attenzione e motivazione.



Bibliografia:


Il libro della giungla, di R. Kipling

Articoli e atti, Prof. V. Prunelli

Articoli e atti, di Julio Velasco;

Materiale didattico settore giovanile Barcellona;

Materiale didattico settore giovanile Real Madrid;

Sito Ufficiale Walter Zenga;

Riviste e siti specializzati del settore;

Pubblicazioni, di E. Aquilani.

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