S. S. SEMPREVISA (Carpineto Romano) anno sportivo 2005 – 2006
La programmazione della Scuola Calcio
I PERCHE ?
L’obiettivo generale della Scuola Calcio è quello di avviare gradatamente allo sport in generale, al calcio in particolare le nuove generazioni. Il calciatore di livello è il risultato di molti fattori che si intrecciano in maniera originale e soggettiva, l’obiettivo della Scuola Calcio è quello di organizzare e realizzare una struttura, nel contesto della S.S. SEMPREVISA, che sia in grado di sviluppare correttamente la pratica calcistica.
COME E’ IL NOSTRO RAGAZZO
Per una corretta formazione dobbiamo tenere presente quelle che sono le caratteristiche dei giovani atleti calciatori.
COME ALLENARE IL GIOVANE CALCIATORE
( Calligaris 1986 )…..” …..nelle fasi formative è più corretto parlare di “iniziazione motoria” piuttosto che di allenamento, il compito dell’istruttore, in questo delicato periodo, deve essere quello di allargare quanto più possibile la base delle abilità motorie…..”
Agevolare e incrementare lo sviluppo delle capacità motorie significa rispettare l’orologio biologico stimolando quei processi che sono, in quel momento sensibili.
IL GIOCO COME MEZZO DI FORMAZIONE
Il gioco è un MEZZO EDUCATIVO e sviluppa:
v La sfera motrice: nelle sue componenti percettive, nei suoi fattori esecutivi e coordinativi;
v La sfera cognitiva: aumentando la capacità di osservazione, d’analisi, d’interpretazione dei problemi del gioco;
v La sfera relazionale: la scoperta degli altri, l’apprendimento sociale.
INTERVENTI FORMATIVI
L’organizzazione dell’addestramento giovanile deve tenere conto della particolare situazione psico-biologica del soggetto da allenare ed organizzare tutti gli interventi in modo da garantire il corretto sviluppo delle potenzialità coordinative e condizionali del giovane calciatore.
Che cosa è una scuola calcio?
Ancora oggi è attuale la domanda su cos'è una scuola calcio o una società sportiva, se esse rappresentano un servizio per il tempo libero da offrire alle famiglie ed ai giovani, un laboratorio per scoprire nuovi talenti o una agenzia educativa in rete con la famiglia e la scuola.Definire quale bisogno deve appagare tale servizio definisce il contesto in cui un dirigente, un tecnico viene chiamato ad operare con il giovane atleta ed il genitore per stipulare un contratto, inteso come conoscenza chiara delle finalità e degli obiettivi che dovrà perseguire, facilitando il suo lavoro.A questo punto devono emergere con chiarezza le finalità educative che rappresentano la parte predominante della proposta delle scuole calcio o di una società sportiva.Pertanto l'attività sportiva diviene uno strumento attraverso il quale viene offerta al giovane atleta un'occasione di apprendimento in un contesto di divertimento in cui sia assente l'esaltazione della dimensione agonistica in virtù di una presunta, quanto errata, ricerca precoce del campione.In chiusura si propone uno schema riassuntivo dello stimolo che uno psicologo deve fornire all'interno dei compiti di una scuola calcio o società sportiva attraverso le seguenti domande:
Cosa deve avere un dirigente ed un allenatore nella sua borsa di lavoro?- Una teoria di riferimento, studio + esperienza, per programmare, attuare, ridefinire il proprio lavoro
Cosa deve sapere un allenatore? (analisi del contesto)- Conoscere le regole della comunicazione che si instaurano nella relazione tra individui;- Conoscere le fasi del ciclo vitale dell'individuo sia sul versante relazionale che cognitivo.
Cosa deve fare un allenatore? (sapere ipotizzare soluzioni)- Saper "accogliere" i propri allievi/atleti e i loro genitori;- Saper trasmettere le proprie informazioni agli allievi passando dalla complessità della teoria alla semplicità del gioco;- Saper usare un contesto d'apprendimento in cui gli allievi/atleti possano imparare, acquisire e sviluppare le proprie risorse individuali, in un clima accettante e non giudicante.
Nella stagione che sta per iniziare la nostra Scuola Calcio avrà il supporto professionale dello PSICOLOGO:
Ruolo dello psicologo
Lo psicologo deve:
sostenere i dirigenti nella gestione e organizzazione delle attività della società;
aiutare a migliorare il rapporto e la collaborazione tra tecnici dello stesso staff, tra tecnico ed allievo/atleta, tra tecnico e genitori;
migliorare la comunicazione e il passaggio dell'informazione per una corretta accoglienza dei bambini e dei genitori e una funzionale collaborazione con lo staff tecnico;
aiutare i tecnici a muoversi e focalizzare le situazioni su cui lavorare;
aumentare le capacità d'intervento sulle interazioni specifiche sapendo leggerle attraverso l'analisi del contesto e della circolarità della comunicazione per cogliere i significati dell'esperienza quotidiana.
Da un punto di vista dei contenuti possiamo riassumere il suo compito nei seguenti tre punti:
Informare sull'età evolutiva e sulle dinamiche relazionali di gruppo;
Sostenere l'importanza della valenza educativa e del divertimento;
Sostenere l'importanza di dialogare con le famiglie e di fornire loro informazioni complete.
Informare sull'età evolutiva e sulle dinamiche relazionali di gruppo
Far conoscere nelle sue linee generali i percorsi della crescita del bambino, che passa da una dipendenza totale dalle modalità interattive della famiglia ad una progressiva necessità d'interazione nel sociale. Per il bambino, l'incontro con altre persone che non siano i suoi genitori, diviene tappa importante per la sua crescita. Ciò gli permette di conoscere altri modelli affettivi, sociali e culturali in grado di fargli acquisire differenti elementi di conoscenza, fondamentali per la sua crescita specie nel momento in cui è chiamato ad elaborare e riflettere scelte sempre più responsabili e significative per costruire un suo progetto di vita. Quindi il compito dello psicologo è quello di:
supportare l'istruttore;
creare un contesto collaborativo tra i componenti del gruppo;
stimolare la coesione;
sviluppare l'autonomia/differenziazione tra i componenti del gruppo.
Sostenere l'importanza della valenza educativa del gioco e del divertimento
Il termine gioco implica curiosità, sperimentazione, disponibilità al rischio, giochi della scoperta. Per gioco non intendiamo solo quello che ci diverte e ci permette di passare il tempo ma tutte quelle esperienze di gruppo che si svolgono con le più svariate modalità quali: esercizi strutturati, esperimenti di autoconfronto, giochi di simulazione, giochi dei ruoli e così via. Una definizione di gioco è perciò quella che ” un gioco è un intervento di un docente o di un allievo nella situazione del gruppo, che struttura per un tempo determinato l'attività dei partecipanti mediante specifiche regole , al fine di raggiungere una meta precisa di apprendimento”. In questo modo s'impiega l'energia psicologica del gioco per il processo d'apprendimento programmato. I giochi permettono agli allievi di migliorare la loro socializzazione e lo sviluppo della loro personalità, e danno loro la possibilità di esaminare, sviluppare ulteriormente ed integrare la capacità di comprensione ed abilità che già posseggono. In pratica lo psicologo deve sostenere l'istruttore in quelle tappe che è opportuno seguire per attivare un gioco di gruppo:
analisi della situazione di gruppo;
introduzione del gioco;
sperimentazione ;
valutazione approfondimento.
Tutto questo permette di:
costruire e/o ricostruire la motivazione;
stimolare le capacità cognitive.
acquisire una maggiore conoscenza di sé e degli altri;
giungere ad una migliore comprensione delle informazioni provenienti dalle dinamiche di gruppo;
acquisire una maggiore sensibilità ai sentimenti del giovane atleta;
stabilire il proprio comportamento non su una idea preconcetta, ma in funzione della realtà osservata;
acquisire la capacità di attivare le risorse individuali di ogni membro del gruppo.
Sostenere l'importanza di dialogare con le famiglie e di fornire loro informazioni complete
Una comunità educante capace di dialogare, rappresenta un punto di riferimento indispensabile in grado di facilitare il giovane nel suo processo di crescita, al contrario, un conflitto tra sistemi (scuola calcio-famiglia, istruttore-famiglia, istruttore-allievo etc.) può generare soltanto confusione e difficoltà.Per ottenere quanto detto bisogna facilitare il rapporto tra chi trasmette informazioni e chi le riceve, come ad esempio tra genitori-istruttore, istruttore-allievo, e diventa perciò indispensabile essere consapevoli che la comunicazione influenza il comportamento di chi comunica, favorendo così l'organizzazione delle azioni successive, delle quali i ragazzi dovrebbero beneficiare. Diviene perciò importante un supporto permanente per gli istruttori, dirigenti, che sono chiamati ad agire con i ragazzi e le famiglie, in cui la figura dello psicologo può essere vista come una risorsa da mettere in gioco.Lo psicologo quindi può aiutare a mettere in risalto la funzionalità e la produttività del sapere osservare le regole che si presentano in una comunicazione tra due e più individui, e la qualità del rapporto che si instaura tra le persone in un contesto di apprendimento. Promuovere le occasioni di incontro e confronto tra scuola calcio o società sportiva e famiglia richiede una sensibilità e una modalità su cui lo psicologo può intervenire come facilitatore della comunicazione affiancandosi nel compito ai dirigenti e/o agli istruttori.Lo psicologo deve quindi stimolare prima di tutto una discussione sulla filosofia che accompagna tutti coloro che operano nell'attività di base, per produrre un linguaggio e una teoria condivisa da trasmettere a chi opera per attuare una corretta applicazione dei programmi.
Nessun commento:
Posta un commento