giovedì 28 gennaio 2010

Intervista a Manolo Patalano

Fonte: Allenatore.net


FRASCATI CND (girone E)

stagione sportiva 2004 / 2005 Mister: Patalano Manolo



La carriera di Manolo Patalano……

La mia carriera inizia circa dieci anni fa al Castel di Sangro come secondo nella formazione Beretti, all’esonero dell’allenatore la Società mi ha affidato la guida tecnica della squadra. La stagione successiva la dirigenza mi affida la guida della squadra Primavera, in quell’anno al Torneo di Viareggio siamo riusciti a vincere contro il Bari dei vari Zambrotta, Ventola, De Ascentis…..poi vincitori del torneo con la propria squadra. Dopo la bella esperienza a Castel di Sangro sono approdato al Civitavecchia guidando la squadra Beretti per 2 stagioni e collaborando come secondo con la prima squadra che militava nel campionato di serie D. Un anno con la Beretti del Real Cassino e il ritorno a Civitavecchia per guidare la prima squadra in Eccellenza. Dopo queste esperienze ecco l’approdo a Frascati che in due anni siamo riusciti (io i miei collaboratori e la società) a portare in serie D (primo anno 5° posto nel girone di Eccellenza, secondo anno promozione) e nel primo anno di CND una salvezza tranquilla e attualmente nello stesso campionato la squadra sta facendo bene.


Mister, quali sono gli obiettivi della stagione in corso?

Il progetto iniziale, durante il precampionato, era quello di fare un campionato tranquillo, poi il nostro Presidente con dei colpi di mercato a rinforzato la rosa per cercare di centrare i play off (attualmente la squadra è terza in classifica).


Come è composto il suo staff?

Il mio è uno staff molto articolato composto dal mio secondo Molinari Vito (ex professionista con esperienze di serie B e C), due preparatori atletici Marco Mazzi e Marco Martini (ex atleta olimpico), il preparatore dei portieri Moggiani Emanuele e tutto lo staff sanitario Medico, Massaggiatore e Fisioterapista che gestiscono autonomamente la parte sanitaria della squadra.


Come “lavora” il Frascati di Manolo Patalano?

La preparazione atletica sia del pre campionato che quella durante la stagione agonistica è affidata interamente ai due preparatori atletici; il loro è un lavoro minuzioso e metodico, ciclicamente testano la squadra per monitorarne la condizione e andare a “correggere” le carenze sulle capacità condizionali; Mazzi e Martini svolgono il lavoro in base alle caratteristiche fisiche, ai ruoli dei giocatori dividendoli in sottogruppi, cercando così di personalizzare il più possibile la preparazione atletica. La settimana tipo del Frascati, diciamo quella standard, senza considerare i turni infrasettimanali, che nell’arco del campionato saranno 5, le partite di coppa e la necessità di giocare degli anticipi di sabato. Quindi la settimana standard è di 5 allenamenti settimanali e gli obiettivi primari sono:

Domenica: Gara di campionato
Lunedì: Riposo
Martedì: Forza
Mercoledì: Lavoro Lattacido
Giovedì: Gara amichevole
Venerdì: Velocità, Reattività
Sabato: Aspetto Tecnico Tattico (preparazione della gara)

Ovviamente l’aspetto tecnico tattico durante la settimana viene curato dal sottoscritto che andrà a correggere eventuali carenze evidenziate in gara.

Come è composto il gruppo e come ha impostato la squadra?

Partiamo dall’obbligo di mettere in campo giovani in età di lega, quindi dei 24 componenti la rosa la metà sono giovani dell’84 / ’85 / ’86. nel dettaglio abbiamo 2 portieri ’84; 1 difensore ’85 gli altri “anziani”; 4 attaccanti “anziani” e il centrocampo con un mix equlibrato tra “giovani” e “anziani”.
La rosa così come è stata costruita ha giocatori adatti ad affrontare le gare con un 3-5-2 a zona, poi la maggior parte del lavoro tattico viene eseguito su questo sistema di gioco. Certamente poi si cambia volto alla squadra in base alla situazione della gara, secondo le difficoltà che si possono incontrare; poi dipende dalla disponibilità della rosa, tenuto conto di infortuni, squalifiche e assenze di altra natura, quindi si adotta una difesa a 4 giocatori, un attacco a 3.



Come si prepara il Frascati alla partita, quindi il modo di gestire la gara, l’intervallo, il dopo partita e gli elementi dove porre l’attenzione quando si parla dell’avversario….?

La gara da affrontare si cerca di prepararla in modo molto dettagliato durante la settimana e in particolar modo nella seduta di rifinitura per quanto riguarda i compiti che la mia compagine dovrà avere in campo, poi tenendo conto dell’avversario se si conosce il suo modo di giocare o se ci sono giocatori “importanti” da affrontare. Durante la partita si apportano le modifiche necessarie per non “subire” gli attacchi avversari, ma noi cerchiamo sempre di imporre il nostro gioco.

L’intervallo lo sfrutto per dare dei suggerimenti ai ragazzi cercando di migliorare quello che è stato fatto “male” e suggerire cambiamenti nel modo di impostare le azioni offensive sottolineando un punto debole dell’avversario. A fine gara non commento mai il risultato finale sia che si vince sia che si perde, specie in caso di sconfitta si potrebbero creare tensioni e attriti ed esserci fraintendimenti di diversa natura. Della gara si parla al primo allenamento della settimana.

La squadra difende ad uomo, a zona o misto?

Con la difesa “anziana” giochiamo a 3 a zona, quando inserisco i giovani mi affido alla marcatura a uomo, esempio con un avversario con 2 punte, utilizzo 2 marcatori e un libero. Quando giochiamo a zona ci occupiamo della copertura degli spazi stringendo la marcatura sull’uomo nella zona di competenza. Secondo il mio modo di “pensare” il calcio se ho di fronte un giocatore di ottimo livello preferisco marcarlo a uomo.


La squadra fa il fuorigioco?

No quasi mai, con una difesa a tre non è facile dovendo anche gestire le chiusure degli esterni, che spesso sono dei giovani, e non sempre hanno automatizzato i meccanismi difensivi.


La squadra fa pressing?

Il pressing lo eseguono solo i centrocampisti, lasciando sempre le punte sopra la linea della palla, di modo se si riesce a recuperare palla si riparte in contropiede.

Quale è la disposizione del centrocampo in fase di non possesso?

Noi giochiamo a 5, chiedo l’uscita di un interno o a destra o a sinistra che deve essere aiutato nel raddoppio da una punta, mentre gli altri 4 pressano sui possibili appoggi del portatore di palla avversario.

La squadra sa riconoscere la palla aperta da quella chiusa?

Si la squadra sa riconoscere questa situazione ma non la sfruttiamo per il fuorigioco, che come detto non adottiamo, su palla scoperta si aspetta si coprono gli spazi e i difensori marcano a uomo, mentre su palla coperta i centrocampisti vanno in pressione i difensori si dispongono a zona coprendo gli spazi vicino alle punte.


I centrocampisti ricorrono al fallo tattico?

Si a volte si ricorre al fallo tattico se le ripartenze dell’avversario sono un grosso pericolo per la nostra squadra.


Come si difendono su palla inattiva?

Su palla inattiva, anche gli attaccanti vengono ad aiutare i difensori, tutti marcano a uomo e cerchiamo di sfruttare al meglio alcuni nostri giocatori molto abili nel gioco aereo che cercano di gestire al meglio la situazione, sfruttando questa loro capacità andando a cercare l’anticipo sui “lunghi” avversari.


La fase offensiva risulta efficace?

Non sempre, il nostro modo di attaccare è basato sulla ricerca del fondo con gli esterni molto bravi nell’1 vs 1 per andare al cross e servire le punte abili nel gioco aereo; uno schermo difensivo che detta i tempi e imposta la manovra di gioco, i 2 interni uno con abilità tecniche che funge da trequartista e cerca di fare da rifinitore per le punte e uno bravo nel recuperare i palloni.

C’è imprevedibilità nella manovra offensiva, questa imprevedibilità è garantita dalle abilità del singolo o alla variabilità del modo di attaccare; i temi prevalenti in fase di costruzione sono il lancio lungo o l’azione manovrata; si arriva alla conclusione per organizzazione collettiva o qualità individuale?

L’imprevedibilità è data dalla bravura degli esterni che sanno sfruttare l’ampiezza e la profondità, essendo molto abili nell’1 vs 1, le punte sono molto abili nel gioco aereo e dotate anche di buona tecnica quindi riescono a sfruttare al meglio i rifornimenti dei propri compagni; nei tre centrali di centrocampo, c’è quello che funge da rifinitore, che oltre a servire palloni per gli attaccanti è molto abile negli inserimenti da dietro, che creano problemi di marcatura alla difesa avversaria. Certo per una buona fase offensiva fondamentale è la qualità degli uomini, ma è importante anche il lavoro collettivo. Infatti noi curiamo molto e nei minimi particolari l’aspetto tattico dell’intera squadra, così tutti sanno quale sono i propri compiti e quelli degli altri, in modo da creare un clima di tranquillità e dare compattezza alla squadra. Lavoro di gruppo e schemi sono alla base del lavoro del mio Frascati .


I difensori partecipano alla costruzione della manovra offensiva ed in che modo?

Si cerca sempre la costruzione da dietro e due dei tre difensori devono avere notevoli abilità tecniche; la partecipazione alla fase offensiva avviene tramite la ricerca della profondità con una sovrapposizione sull’esterno di centrocampo che rimane in copertura del proprio compagno.


I centrocampisti in che modo partecipano alla manovra offensiva?

Il centrale dei centrocampisti rimane sempre in protezione della difesa, gli altri due centrali secondo come si sviluppa la manovra, a turno, si inseriscono da dietro nello spazio lasciato dal movimento delle punte, mentre gli esterni attaccano il lato debole. Questi sono più o meno i movimenti dei centrocampisti in fase offensiva.

Si arriva al tiro per buona organizzazione di squadra o per abilità degli attaccanti e quali sono i temi tattici maggiormente utilizzati in fase di rifinitura?

Le nostre 4 punte sono molto abili ma nello stesso tempo sanno partecipare alla manovra, le due prime punte Galli e Terribili e le due seconde punte Fioravanti e Pantano. Attualmente abbiamo disponibili solo Galli e Terribili per via degli infortuni degli altri due; Terribili si “sacrifica” a ruolo di seconda punta, ma cerchiamo di sfruttare l’altezza dei due bomber fornendogli dei cross che gli esterni si costruiscono con le loro abilità. Nel nostro modo di giocare avere una punta abile nel rimanere alta e tenere palla diventa fondamentale, infatti il Frascati si chiude a riccio e riparte con rapidi contropiedi, quindi un attaccante con questa qualità permette l’inserimento negli spazi dell’altra punta e dei centrocampisti.

Nessun commento:

Posta un commento